Yin Yoga e Yoga Restorative: benefici e differenze
- 13 Gennaio 2021
- Autore: Giulia Martinelli
- Categorie: Asana
Lo Yin e il Restorative sono entrambe due pratiche Yoga lente e calmanti, che migliorano la flessibilità del nostro corpo. Sono adatte a tutti i livelli di pratica e a tutte le età, perfette quando vogliamo focalizzarci sull’ascolto, per spostare l’attenzione dall’aspetto più fisico e riconnetterci con la nostra consapevolezza interna. Queste due pratiche son perfette da sole, ma anche abbinate ad altre lezioni di Yoga (dallo stile più dinamici) ma, anche se hanno diversi punti in comune, non sono la stessa cosa. Vediamo le differenze e scopriamone i benefici così da sapere quale delle due è la più consigliata per noi!
Restorative Yoga
La parola “restorative” può essere tradotta come riparatore, ricostituente ed entrambi i termini rendono l’idea dell’approccio di questa pratica. Questo stile di Yoga viene fatto risalire al maestro Iyengar, che aveva creato delle sequenze originali dedicate a tutti quei praticanti con problematiche fisiche come infortuni, dolori o patologie, che avevano bisogno quindi di una pratica meno Yang, non troppo attiva e dinamica (è bene precisare che non tutto lo stile Iyengar Yoga è Restorative). Nelle sequenze dello Yoga Restorative vengono largamente utilizzati i props, ovvero i supporti (blocchi o mattonici, cinghia, la sedia). Gli asana vengono quindi supportati per aiutare il corpo e la mente a rilassarsi completamente, e vengono mantenuti a lungo. I sostegni permettono al corpo di rilassarsi e lasciar andare dolcemente le tensioni e, col tempo, permette di invitare un profondo stato di guarigione e rinnovamento. In queste pratiche si ricerca il comfort, il piacere della posa in modo da invitare un rilassamento profondo e far sì che si attivi il nostro sistema parasimpatico conosciuto anche come “rest and digest”, riposo e digestione. In queste particolari classi di Yoga, però, non tutte le posizioni sono svolte necessariamente a terra (come invece accade per lo Yin). Possiamo trovare anche piegamenti in avanti come Uttanasana, con la variante della testa appoggiata ad un blocchetto yoga. Le gambe in questo modo rimangono attive, ma la parte superiore del corpo è invitata al rilassamento. Oppure ancora Salamba Sarvangasana, la posizione della candela, supportata della sedia. Il Restorative è perfetto quindi quando:
- abbiamo subito un infortunio,
- stiamo recuperando la funzionalità di una parte del nostro corpo,
- abbiamo un dolore cronico o un’infiammazione e dobbiamo rispettarne i tempi di guarigione.
Yin Yoga
Creato da Paul Zink e sviluppato successivamente da Sara Powers, associa gli Asana allo studio dei meridiani della medicina cinese. Queste particolari lezioni, infatti, lavorano sul tessuto connettivo e sono in grado di stimolare cambiamenti a livello molto profondo. Nello Yin Yoga le pose sono svolte prevalentemente a terra, e mantenute passivamente per un lungo periodo di tempo. Mantenere un Asana per un tempo prolungato permette di andare a migliorare la salute delle nostre articolazioni e portare energia vitale alla fascia. Per alcuni, l’approccio a questo stile, può vuol dire uscire dalla propria comfort zone (le posizioni tenute a lungo non sempre risultano confortevoli o rilassanti). Lo Yin Yoga è fantastico per mantenere o accrescere la propria flessibilità:
- Rilassa la fascia,
- Lubrifica le articolazioni
- Col tempo e la costanza permette di aumentare l’elasticità
- Migliorare la nostra pratica Yang (es. Vinyasa)
Lo Yin permette di rilasciare energia latente bloccata nel nostro corpo, di conseguenza, durante la classe potrebbero uscire emozioni che per un lungo periodo abbiamo cercato di sopprimere. Se dovesse capitarci possiamo concentrarci sul respiro, canalizzare il nostro Prana e la nostra energia e non dimenticarci di mantenere un atteggiamento aperto e… di provare a sorridere! Anche lo Yin lavora sul sistema parasimpatico, come il Restorative. Durante le nostre attività quotidiane è attivo il sistema simpatico, ovvero quello anche conosciuto come combatti o fuggi, “fight or flight”, questo produce adrenalina che spesso non riusciamo a smaltire, per questo ci capita di non riuscire a rilassarci completamente e stare nel qui ed ora, ma continuiamo ad essere attivi, anche quando dovremmo riposare. Il nostro cervello, infatti, non fa differenza fra l’attacco di un animale pericoloso che mette in pericolo la nostra vita e il nostro capo al lavoro che ci mette continuamente sottopressione. Per il nostro organismo sono entrambi pericolosi e quindi ci mantiene vigili e pronti al combattimento o alla fuga. Per questo, nei momenti particolarmente stressanti sarebbe utile inserire nella nostra routine settimanale anche una o più classi di Yin, oltre che alla meditazione e al Pranayama (tutti strumenti fondamentali, specialmente se combinati, per combattere l’ansia e gestire lo stress).
Lo Yin è perfetto se:
- Vuoi aumentare o mantenere la flessibilità
- Uscire dalla tua zona di comfort e andare più in profondità nella pratica di Yoga
- Bilanciare le tue lezioni di Yoga dinamico
Tutti ottimi motivi per provare, no?
Scritto da Giulia Martinelli
È insegnante di Vinyasa Yoga e Meditazione, laureata in comunicazione e creatività d’impresa. Sempre in cerca di nuovi progetti per esplorare il mondo e se stessa. Ama regalare sorrisi e benessere alle persone.
Ha iniziato la sua formazione come insegnante di Yoga con il maestro Igor Cerfolli (200h) e Sara Bigatti – La Scimmia Yoga (Intensivo Vinyasa 60h & Karma Yoga). Ha proseguito con Andrea Boni (master intensivo sulla Bhagavad Gita), Anna Inferrera (L’arte di Sequenziare il Vinyasa Hatha Flow Yoga, 200h), Marialaura Bonfanti (Meditazione e Yoga, 60h) e continua a studiare con insegnanti internazionali: Stephanie Snyder, Jason Crandell e Jo Tastula.