Sat Chit Ananda: la ricerca della felicità
- 28 Maggio 2021
- Autore: Giulia Martinelli
- Categorie: Filosofia La Scimmia Yoga Motivational
Sat Chit Ananda: Sat significa esistenza, ma anche verità. Chit è spesso tradotto come coscienza, è il principio del sapere dell’essere cosciente. Ananda è identificato col termine felicità, e indica la gioia, la beatitudine, la realizzazione e l’amore nella loro forma più trascendente.
Quindi, Sat Chit Ananda è la formula che spiega la vera realtà del nostro Sé: chi siamo veramente.
Sat
Noi siamo anime infinite e dal potenziale illimitato, ma incarnate in un corpo fisico finito, soggetto per sua natura al decadimento, al dolore e alla morte.
Identificandoci solo con il nostro corpo, perdiamo di vista e spesso dimentichiamo la nostra vera natura che è divina e ha come scopo la felicità. E ci lasciamo condizionare dalla paura (in particolare il timore della morte).
Chit
La coscienza che ci fa evolvere, che ci fa aver voglia di scoprire cose nuove, di espandere i nostri orizzonti… ma non saremo mai pienamente soddisfatti, e questa volontà di espansione non sarà mai completa finché non ricorderemo/comprenderemo che siamo già, per nostra natura, potenzialmente infiniti. Siamo parte di qualcosa di molto più grande di noi, parte del Tutto.
Ananda
Veniamo alla parola forse che più ci incuriosisce della formula Sat Chit Ananda: la felicità, un concetto tanto ricercato e rincorso, da sempre nella storia dell’uomo.
Nella nostra società, spesso, è la felicità materiale a cui auspichiamo. Quante volte ci è capitato di dire: “Quando avrò una casa più grande/bella/luminosa/spaziosa sarò felice. Quando riuscirò a cambiare lavoro, allora sarò felice. Quando troverò una persona che mi ama, sarò felice.”
In questo modo siamo in balia degli agenti esterni, che sono indipendenti da noi e leghiamo la nostra idea di felicità a qualcosa di materiale o alle persone che amiamo e che pensiamo di “possedere”.
Spesso, accade che appena raggiungiamo un certo obiettivo, otteniamo qualcosa, vediamo sfumare la nostra felicità.
Cambiamo casa, è più grande, luminosa, bella, ha tutto ciò che desideravamo. Ma dopo poco tempo, torniamo a provare quel sentimento di insoddisfazione e spostiamo nuovamente la ricerca della felicità basandoci su un’altra cosa, nuovamente esterna a noi.
Di questo passo, ci sarà sempre qualcosa di più bello, interessante, nuovo, diverso, da ottenere per provare quell’attimo di felicità, che più o meno in fretta sarà sostituito dal sentimento di frustrazione che ci farà ricercare altro.
Aristotele diceva che lo scopo della vita è la felicità. Una felicità che è già dentro di noi. Infatti in greco è eudemonìa: eu = buono, daimon = demone, ovvero la buona riuscita del tuo demone.
Il “demone” è la virtù, l’ikigai.
E per trovare il nostro daimon, secondo l’oracolo di Delfi è necessario conoscere noi stessi.
Vivere in modo consapevole, indagando la nostra vera natura.
Grazie allo Yoga e alla Meditazione possiamo togliere il pilota automatico che spesso inseriamo nella nostra vita quotidiana per studiare noi stessi, indagare la nostra natura e scoprire che la felicità è sempre dentro di noi.
Lo yoga ci aiuta a guardarci dentro e capire che abbiamo tutti gli strumenti per essere felici.
Se vuoi approfondire ti consigliamo anche la lettura del libro “Yoga della felicità“.
Photo Luca Luigi Gallini @llgwood
Scritto da Giulia Martinelli
È insegnante di Vinyasa Yoga e Meditazione, laureata in comunicazione e creatività d’impresa. Sempre in cerca di nuovi progetti per esplorare il mondo e se stessa. Ama regalare sorrisi e benessere alle persone.
Ha iniziato la sua formazione come insegnante di Yoga con il maestro Igor Cerfolli (200h) e Sara Bigatti – La Scimmia Yoga (Intensivo Vinyasa 60h & Karma Yoga). Ha proseguito con Andrea Boni (master intensivo sulla Bhagavad Gita), Anna Inferrera (L’arte di Sequenziare il Vinyasa Hatha Flow Yoga, 200h), Marialaura Bonfanti (Meditazione e Yoga, 60h) e continua a studiare con insegnanti internazionali: Stephanie Snyder, Jason Crandell e Jo Tastula.