Gli otto passi dello yoga – I Niyama
- 10 Maggio 2016
- Autore: Matteo Ragusa
- Categorie: Filosofia
Continuiamo con la seconda parte del sistema dello yoga di Patanjali i cinque Niyama ( o osservanza personale ) . Niyama significa “regole” o “leggi”. Queste sono le regole prescritte per il rispetto personale. Come i yama, i cinque niyama non sono esercizi o azioni da studiare semplicemente. Essi rappresentano molto più di un atteggiamento. Rispetto agli yama, i niyama sono più intimi e personali. Essi si riferiscono all’ atteggiamento che adottiamo verso noi stessi, una specie di codice per l’anima.
1. Sauca – Purezza
La prima niyama è Sauca, che significa purezza o anche la pulizia. Sauca può essere considerato sia dal punto di vista esteriore che interiore. Pulizia esteriore significa semplicemente mantenere noi stessi puliti, igiene personale in pratica. La pulizia interiore invece è vista come il sano funzionamento dei nostri organi, come per esempio la chiarezza della nostra mente. La pratica degli Asana e il pranayama sono strumenti essenziali per la pratica di questo Sauca interiore. Gli Asana tonificano tutto il corpo ed elimina le tossine mentre il pranayama purifica i nostri polmoni, ossigena il sangue e purifica i nostri nervi. “Ma più importante della pulizia fisica del corpo è la purificazione della mente dalle sue emozioni che possiamo definire di disturbo come l’odio, la passione, l’ira, la lussuria, l’avidità, l’illusione e l’orgoglio”.
2. Santosa – Contantezza
Un’altra niyama è santosa, la modestia e la sensazione di essere contenti di quello che abbiamo. Per essere in pace e contanti della nostra vita trovando appagamento anche vivendo le difficoltà della vita, questo diventa un modo per crescere ed apprendere anche nelle difficoltà. Questo ci insegna che c’è uno scopo per ogni cosa – possiamo definirlo karma – e possiamo imparare a coltivare la soddisfazione ‘per accettare ciò che accade’. Vuol dire essere felici di quello che abbiamo, piuttosto che essere infelice per ciò che non abbiamo. Ma questo non significa che non dobbiamo fare niente per migliorare, sarebbe contrario ad una evoluzione umana e spirituale.
3. Tapas – uso disciplinato della nostra energia
Tapas si riferisce all’attività di mantenere il corpo in forma o anche affrontare e gestire gli impulsi interiori senza mostrare segni all’esterno. Letteralmente significa riscaldare il corpo nel senso di purificarlo. Dietro il concetto di tapas c’è l’idea di poter usare le nostre energie per impegnarci con entusiasmo nella vita e raggiungere il nostro obiettivo spirituale.Tapas è anche disciplina nel mangiare,porre attenzione alla postura del corpo, alle abitudini alimentari, attenzione alla respirazione – questi sono tutti esempi di tapas.
4. Svadhyaya – Studio individuale
Il quarto niyama è svadhyaya. Sva significa “auto ‘Adhyaya significa” richiesta “o” esame “. Qualsiasi attività che coltiva la coscienza auto-riflessiva può essere considerato svadhyaya. Significa trovare intenzionalmente consapevolezza di sé in tutte le nostre attività e gli sforzi, fino al punto di accogliere e accettare i nostri limiti. Ci insegna ad essere centrati e non reagire automaticamente, per bruciare le tendenze indesiderate e autodistruttive.
5. Isvarapranidhana – Celebrazione del Divino
Isvarapranidhana significa “mettere tutte le tue azioni ai piedi di Dio.” E ‘la contemplazione di Dio (Isvara), al fine di arrivare alla sintonia con il Divino. E ‘il riconoscimento che permea il tutto attraverso la nostra attenzione arrivando a sincronizzarci con il creato trovando il nostro posto. Lo si può praticare ogni giorni cercando di riconoscere la volontà superiore che regola il creato.